La moltitudine del tennista
Non si vince più da soli: senza collaborazione, cooperazione e affiatamento di squadra, l’individuo non vale nulla
È il 2008. Djokovic vince a 20 anni (è nato a maggio del 1987) il suo primo slam, gli Australian Open. In finale batte il francese Jo-Wilfried Tsonga. Chiunque avesse vinto quella finale, sarebbe stato il primo a vincere uno dei quattro tornei dello Slam (AO, Roland Garros, Wimbledon, US Open) dopo il dominio di Nadal e Federer dal 2005.
Quell’anno esce in semifinale al Roland Garros (perde con Nadal), esce al secondo turno a Wimbledon (perde con Safin). Esce ancora in semifinale agli US Open (perde con Federer).
Vince due tornei ATP 1000: Indian Wells e Roma.
Fra l’altro, perde in finale ai Queens (ATP 250, con Nadal), a Cincinnati (ATP 1000, con Murray), agli open di Thailandia (ATP 250, con Tsonga).
Non ottiene altre finali
Ottiene la medaglia bronzo alle Olimpiadi.
Vince le Finals.
In totale, vince 4 titoli. Gioca 81 partite, ne vince 64 e ne perde 17.
Nel 2009 non solo non si riconferma agli Australian Open ma esce in tutti i major.
Per la precisione: si ritira nei quarti di finale contro Roddick, agli Australian Open, pare per un colpo di calore.
Perde al terzo turno del Roland Garros in tre set contro Philipp Kohlschreiber (tedesco, massimo ranking ATP in carriera sedicesimo posto nel 2012, 8 titoli in carriera, nessun major).
A Wimbledon esce in quattro set ai quarti di finale contro Tommy Haas (altro tedesco, era arrivato al n. 2 ATP nel 2002).
Negli Usa perde in tre set da Roger Federer.
Quell’anno vince un titolo 1000 (Paris Masters), due titoli 500 (China Opens, Dubai, Swiss Indoor), un 250 (Serbia Open). Chiude al numero 3 ATP.
Gioca in tutto 97 partite. Ne vince 78, ne perde 19.
Nel 2010 gioca 79 partite ufficiali. Ne vince 61, ne perde 18.
Nonostante questa buona statistica, vince solamente due tornei: si riconferma a Dubai (ATP 250, contro il russo Mikhail Youzhny) e ai China Opens (ATP 500, contro lo spagnolo David Ferrer).
Vince con la Serbia la Coppa Davis (vince tutti e 7 i singolari).
Però, nei major esce ai quarti di AO (contro Tsonga in 5 set. C’è anche tempo per un medical break, con conati di vomito per Novak).
Esce ai quarti di finale a Parigi contro il numero 22 del torneo, l’austriaco Jürgen Melzer.
Esce in semifinale a Wimbledon contro Tomáš Berdych (che quell’anno aveva battuto anche Federer, nei quarti).
Perde in finale agli US Open contro Federer.
Chissà se qualcuno, nel 2010, lo dà per bluff, per scarso, per finito, per promessa non mantenuta.
Nel caso, quel qualcuno avrebbe sbagliato di grosso: nel 2011 Novak Djokovic fa una delle più grandi stagioni di sempre nella storia del tennis individuale. Tredici anni dopo, agosto 2024, è oro olimpico, l’unico trofeo che mancava alla sua carriera, in cui ha vinto più di chiunque altro.
Chiediamoci allora: quando valutiamo la carriera di un tennista?
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