
Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.
Tassiamo i ricchi. È un’iniziativa proposta da cittadini dell’Unione Europea. Invita «la Commissione europea a introdurre un’imposta europea sulle grandi ricchezze. Tale imposta costituirebbe una nuova risorsa per l’Unione, il cui gettito consentirebbe di ampliare e perpetuare le politiche europee di transizione ambientale e sociale e di cooperazione allo sviluppo, in cofinanziamento con gli Stati membri».
Il punto di partenza di questa iniziativa è molto semplice: «L’1% più ricco del pianeta possiede quasi la metà della ricchezza mondiale. Questi stessi ultra-ricchi emettono più CO2 della metà più povera del pianeta».
L’iniziativa, che in paesi come la Francia ha il supporto di personalità come Thomas Piketty (Economista) e Aurore Lalucq (Parlamentare europea), e che dunque viene ripresa anche dalla stampa mainstream, è praticamente invisibile in Italia.
La riprendiamo qui, con il link per firmare.
Serve un milione di firme entro ottobre 2024 e almeno 7 paesi dell’Unione devono raggiungere la soglia (che si calcola, per ogni Stato, moltiplicando per 750 il numero di deputati eletti al Parlamento Europeo. Poco più di 53mila firme in Italia). Qui i dati.



Un articolo del 1972 uscito in Olanda che parla di qualcosa che a distanza di più di 50 anni, qui in Italia, è ancora la normalità.

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