
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Uno dei grandi cavalli di battaglia di chi ha posizioni di chiusura rispetto ai flussi migratori è il fatto che le navi delle ONG che salvano i migranti in mare sarebbero un pull factor. Cioè, si dice, siccome queste navi esistono e le persone sanno che verranno salvate, allora sono incentivate a partire.
Bene, è falso. Lo scrive Nello Scavo su Avvenire, riportando un lungo ed accurato studio pubblicato su Nature.
«Nel nome del contrasto al “fattore di attrazione”», ricorda il collega, «sono state imbastite le politiche del respingimento e del mancato soccorso in mare».
Solo che quel fattore di attrazione non esiste. Questo significa che le politiche di respingimento e tutti coloro che le hanno sostenute hanno sulla coscienza i dispersi in mare. Con buona pace di chi dice di no.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
Ritrae mille mila bici che percorrono libere e sicure uno spazio che di solito è pericoloso e proibito a chi non è in automobile ed è una cosa che dovremmo rifare dovunque.
La cosa che vogliamo che resti di oggi, venerdì 3 ottobre 2025, è un testo effimero che tra meno di 24 ore sparirà, scritto dal cantante torinese Andrea Lazslo De Simone
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