
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Giovedì 18 settembre, dopo una segnalazione partita dai lavoratori della Cooperativa Portuale di Ravenna, il sindaco della città e il presidente della Regione e la presidente della Provincia hanno intimato alla Sapir, la società che gestisce la darsena di Ravenna, di fermare il carico di due container.
Quei container, secondo quanto scrive Andrea Tundo sul Fatto Quotidiano, contenevano «munizioni di fabbricazione ceca e ungherese per l’esercito israeliano», e sarebbero dovuti partire «su una nave della compagnia Zim, la Contship Era» in direzione di Haifa, il maggior porto di Israele.
L’iniziativa dei lavoratori del porto di Ravenna non è nuova né unica nel suo genere, tutt’altro. Da anni, nei porto di tutta Europa, lavoratrici e lavoratori portuali hanno portato avanti una lotta diretta contro il traffico di armi bloccando navi e container. È successo in Francia, in Spagna, in Germania, in Grecia, in Belgio e in Italia, in particolare al porto di Genova, uno dei più attivi in questa lotta.
È proprio da Genova che arriva il contenuto che vi proponiamo di leggere oggi. Si tratta di un’inchiesta a fumetti scritta da Carlo Canepa e disegnata da Andrea Ferraris, entrambi genovesi, pubblicata sul numero 6 della Revue, una rivista trimestrale di informazione a fumetti, uscito nell’autunno del 2023.
Disegno di Andrea Ferraris/La Revue
Storia di una domanda che sembra di stretta attualità oggi, ma che in realtà ci si pone da anni e che da anni ha la stessa risposta.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
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