
Il ginecologo Denis Mukwege, Nobel per la pace 2018, si candida presidente della Repubblica Democratica del Congo.
Non tutto il mondo dell’arte è contro le inteligenze artificiali generative. In un certo senso è ovvio che sia così: ogni volta che ci sono introduzioni di novità tecnologiche – che non arrivano mai dal nulla ma sono frutto di un processo che va sempre messo in prospettiva storica – si assiste a dibatti, posizioni contrarie, posizioni a favore e posizioni intermedie.
Sul sito di Creative Commons c’è una lettera, firmata da artiste e artisti che ha come obiettivo la creazione di una conversazione meno polarizzata a proposito dell’uso di questi strumenti.
In questo momento, infatti, la conversazione è dominata da chi chiede misure più restrittive nei confronti di questi stumenti, in particolare in termini di copyright.
I firmatari della lettera auspicano che il mondo delle intelligenze artificiali si possa sviluppare in maniera responsabile: «Per noi», dicono, «le intelligenze artificiali generative sono abilitanti ed espressive. Non le usiamo per copiare gli altri, ma per creare nuovi lavori e nuove esperienze trasformativi. Siamo consapevoli dei problemi e degli impatti di queste tecnologie, così come degli sforzi per regolarle [abbiamo visto come in Europa si stia cercando, piuttosto, di regolarne gli usi, ndR]. Ed è proprio perché utilizziamo queste tecnologie che il nostro punto di vista è così importante in questo momento».
Il ginecologo Denis Mukwege, Nobel per la pace 2018, si candida presidente della Repubblica Democratica del Congo.
Ma l’intervista di Repubblica al CEO di Airbnb fa finta che sia così, e parla di tutt’altro
È uscito il secondo numero di A Fuoco, la newsletter su clima e disinformazione di Facta.news, Slow News e Pagella Politica.