La triade felix
Con la pandemia le famiglie delle persone con disabilità sono rimaste di colpo più sole.
I disabili non esistono. Esiste la segregazione.
La disabilità, per i giornali, non esiste.
Ma come è stata la realtà quotidiana, quella delle persone con disabilità non “eroiche” e lontane dai riflettori, chiuse in casa nel lockdown anti-Covid della primavera 2020? La quarantena per migliaia di disabili in Italia è uno stile di vita, una condizione drammatica precedente alla pandemia e che continuerà anche dopo: una vita forzatamente nascosta. E a condividere con loro la stessa clausura, non per vocazione, ci sono i “caregiver”, i familiari delle persone con disabilità, che svolgono un mestiere di cura altamente qualificato, ma senza alcun riconoscimento del proprio ruolo da parte dello Stato. Ci sono poi gli operatori sociali, gli educatori delle case famiglia, i formatori, che portano avanti il proprio lavoro verso le persone fragili a meno di un metro di distanza. Portatori di “servizi essenziali”, ma invisibili a buona parte dell’opinione pubblica.
L’inclusione dei disabili è la misura della civiltà di uno Stato ma rischio di segregazione è presente, reale. Sempre in agguato.
Questa serie di Slow News fa parte del progetto Il Mondo Nuovo che ha vinto il bando European Journalism COVID-19 Support
Con la pandemia le famiglie delle persone con disabilità sono rimaste di colpo più sole.
Cosa è accaduto nelle strutture a carattere familiare che ospitano persone con disabilità durante il primo lockdown?
Sono spariti i servizi di supporto per persone con disabilità attivatisi con il Covid.