Spara Kim Jong, spara. Storia di una notizia inverificabile

Ieri sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo che sembrava un lancio di Lercio: “Si appisola davanti al Leader Kim. Giustiziato con la contraerea”. È un pezzo firmato da Guido Santevecchi, che non è l’ultimo stagista restato in Solferino ad agosto come un giapponese sul suo atollo. No, Santevecchi è un giornalista di esperienza, […]

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Ieri sul Corriere della Sera è stato pubblicato un articolo che sembrava un lancio di Lercio: “Si appisola davanti al Leader Kim. Giustiziato con la contraerea”. È un pezzo firmato da Guido Santevecchi, che non è l’ultimo stagista restato in Solferino ad agosto come un giapponese sul suo atollo. No, Santevecchi è un giornalista di esperienza, già corrispondente da Londra, e si dà per scontato che abbia ormai maturato le competenze necessarie per fare quel lavoro, competenze di verifica delle fonti, soprattutto. Perché il primo dovere di un giornalista è chiaramente quello di pubblicare cose verificate, non voci, rumors, leggende o favole. Per quello ci sono i romanzieri. O no?

E infatti giustamente Santevecchi problematizza eccome, e si chiede: “È credibile che in Corea del Nord si giustizino i traditori con i cannoni della contraerea?”. E tu che leggi dici, NO CAZZO, probabilmente non si riesce nemmeno a mirare un uomo con un cannone da contraerea. E invece, la risposta non è una risposta: «Le voci non sono nuove: l’anno scorso la stessa tecnica sarebbe stata usata per porre fine alla carriera e all’esistenza del generale Hyon Yong-chol, ministro della Difesa nordcoreano. La notizia era stata diffusa dai servizi segreti della Corea del Sud, che sostennero di avere ricevuto conferme da diverse fonti».

E lo sa Santevecchi, e infatti lo scrive. La sua fonte è “il giornale sudcoreano JoongAng Ilbo che l’avrebbe appresa da fonti non precisate” e continua: “Le fonti ufficiali di Pyongyang tacciono e l’informazione non è confermata”.

Qui la cosa diventa veramente interessante. Ricapitoliamo in valori assoluti: C’è un fatto A completamente assurdo che bisogna verificare. E, per verificarlo, si cita una fonte B. Tutto normale? Insomma, anche no. Anche perché la fonte B sono un giornale sudcoreano o, alternativamente, i servizi segreti della Corea del Sud che “sostengono di avere ricevuto conferme da diverse fonti”. Ok, ma diverse fonti chi diavolo sono? E poi, ma si potrà mai credere affidabile una fonte del genere, ovvero due fonti interne al nemico numero uno del soggetto della nostra notizia? È come quotare i servizi segreti americani per una notizia su Fidel Castro. Io prima di prenderla così com’è la verificherei.

La verità è che questa, secondo le regole minime della verifica delle fonti, non è una notizia verificabile. Eppure viene pubblicata lo stesso da un giornale come il Corriere della Sera. E mica solo dal Corsera. La cosa che rende questa storiella ancora più interessante è che ne parlano in tantissimi, anche tra i quotidiani considerati autorevoli. Per dire, anche il Guardian riprende la notizia e scrive: «The newspaper’s front-page report, based on information from an unnamed source it claimed had “special knowledge” of the regime, has not been independently verified. No announcement has been made by the state’s official KCNA news agency».

Insomma, la fonte B è l’unica che parla del fatto. Un fatto in sé poco credibile, da cui la giustissima e già citata domanda retorica di Santevecchi, purtroppo rimasta senza risposta.

Ma cosa si può fare per cercare di verificare la notizia? Io, come primo istinto, ho provato a cercare su Google i nomi dei due giustiziati, Hwang Min Ri Yong-jin. Risultato? L’articolo più vecchio che nomina il secondo è di cinque giorni fa. Ma lo nomina per lo stesso motivo dell’articolo che stiamo commentando, quindi non serve.

Il primo, invece, ricorre molto più spesso, ma non come ex ministro dell’agricoltura nord coreano, bensì come “Director of Samsung Office in Hanoi” oppure come un attore su coreano di 12 anni che sembrerebbe aver avuto un tumore o anche un attivista ambientalista di Green Korea. Se poi si aggiunge alla ricerca le parole “north korea”, si trova anche un amico di un poeta nord coreano fuggito in gran fretta dal paese. Ma non viene menzionato chi sia.

Ehi, ehi, attenzione! Perché poi a un certo punto si trova anche questo: Hwang Min-Young, chairman of Presidential Commission on Agriculture, Fishery, and Rural Policies. Il problema, però, è che questo Hwang Min, che effettivamente c’entra con l’agricoltura e con il governo e quindi potrebbe essere un “former North Korean agriculture minister”. Il problema è che questa fonte è il KREI, il Korean Rural Economy Institute. Ma la Corea, qui, è quella del Sud.

Curiosamente cercando Hwang Min si capita anche sul New York Times, che proprio oggi ha pubblicato un articolo intitolato: North Korea Has Executed a Deputy Premier, Seoul Reports. Che quando lo vedi, dici, Ma cazzo, anche il New York Times? Sì, ma non parla degli stessi omicidi, quei due li cita soltanto, il NYTimes parla di un’altra esecuzione la cui fonte è direttamente il governo Sud Coreano.

Ora, che il governo Nord Coreano sia responsabile di purghe terrificanti e sia un regime fuori da ogni senso è abbastanza certo. Ma il punto non è questo. Il punto è che questa è una notizia non verificata e non verificabile, che non deve essere pubblicata. E non basta che si scriva nel corpo dell’articolo “è impossibile verificare in modo indipendente la notizia”. Perché se questa frase è vera e se la fonte della tua notizia è il nemico numero uno del soggetto della tua notizia, be’, di cosa diavolo stiamo parlando?

Questo è un teatrino, non è giornalismo.

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