
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
La cantante maliana Rokia Traoré, arrestata il 20 giugno all’aeroporto di Fiumicino e da allora detenuta nel carcere di Civitavecchia, sarà estradata in Belgio. Lo ha deciso martedì sera la Corte di Cassazione, presso la quale si è svolta un’udienza in cui è stata discussa la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla legale dell’artista.
La consegna alle autorità del Belgio avverrà nei prossimi giorni.
Seguo questa vicenda dal suo inizio e qui puoi trovarne un riassunto esaustivo.
La sentenza della Cassazione segue quella, favorevole a sua volta all’estradizione, della Corte di giustizia europea. Traore è stata arrestata al suo arrivo in Italia in base a un mandato di arresto europeo spiccato da un tribunale del Belgio, dove è stata condannata a due anni di carcere nell’ottobre 2023, in relazione a una battaglia legale con l’ex-marito per la custodia della figlia. Secondo l’avvocata Del Re però la procedura belga contraddice i principi costituzionali italiani e le convenzioni internazionali: in quella causa Traoré non era presente, è stata condannata in contumacia e non le è stata data la possibilità di nominare un legale per difenderla.
“Rokia ha subito un’ingiustizia. È stata arrestata senza che la corte penale belga ascoltasse la sua voce. Ora, la battaglia per i diritti di Rokia si sposta a Bruxelles” ha detto l’avvocata Del Re.
Gli “accordi di pace” che si spartiscono il Medio Oriente hanno radici lontane, come l’accordo di Sykes – Picot, del 1916, che conteneva già tutto quello che sarebbe successo nei 110 anni successivi.
Fu uno dei primi, su mandato dell’ONU, a cercare una mediazione di pace tra Israele e Palestina. Fu ucciso in un agguato a Gerusalemme nel 1948.
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