La copertura negativa e stereotipata delle questioni che riguardano il continente africano costa all’Africa 4,2 miliardi di dollari l’anno.
Le ferite dello Stato di diritto europeo
La cantante maliana Rokia Traoré, arrestata il 20 giugno all’aeroporto di Fiumicino e da allora detenuta nel carcere di Civitavecchia, sarà estradata in Belgio. Lo ha deciso martedì sera la Corte di Cassazione, presso la quale si è svolta un’udienza in cui è stata discussa la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla legale dell’artista.
La consegna alle autorità del Belgio avverrà nei prossimi giorni.
Seguo questa vicenda dal suo inizio e qui puoi trovarne un riassunto esaustivo.
La sentenza della Cassazione segue quella, favorevole a sua volta all’estradizione, della Corte di giustizia europea. Traore è stata arrestata al suo arrivo in Italia in base a un mandato di arresto europeo spiccato da un tribunale del Belgio, dove è stata condannata a due anni di carcere nell’ottobre 2023, in relazione a una battaglia legale con l’ex-marito per la custodia della figlia. Secondo l’avvocata Del Re però la procedura belga contraddice i principi costituzionali italiani e le convenzioni internazionali: in quella causa Traoré non era presente, è stata condannata in contumacia e non le è stata data la possibilità di nominare un legale per difenderla.
“Rokia ha subito un’ingiustizia. È stata arrestata senza che la corte penale belga ascoltasse la sua voce. Ora, la battaglia per i diritti di Rokia si sposta a Bruxelles” ha detto l’avvocata Del Re.
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