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Il decreto legge contro le ONG dovrebbe essere rivisto
Il decreto legge del 2 gennaio 2023 per regolamentare i flussi migratori e limitare le possibilità di azione delle ONG ha incontrato pareri molto sfavorevoli da parte degli esperti in diritto delle ONG del Consiglio d’Europa (la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del continente, di cui fanno parte 46 stati europei, tra cui i 27 membri dell’Unione Europea). Il decreto, si legge nel documento, non rispetta gli standard europei:
- ci sono difficoltà procedurali e sostanziali nel rispetto della libertà associativa e della protezione degli spazi della società civile;
- l’assenza di un confronto con le ONG è contraria alle buone pratiche di un processo decisionale inclusivo;
- ci potrebbero essere violazioni della legge del mare, mettendo in ulteriore difficoltà persone già vulnerabili;
- la riduzione degli spazi per la società civile nel sostegno ai rifugiati e ai migranti potrebbe causare ulteriori problemi a una situazione umanitaria già complicata;
- le ONG vengono criminalizzate;
La raccomandazione per il governo italiano sarebbe quella di revocare il decreto (che va convertito in legge a brevissimo, secondo i termini costituzionali) e rivederlo per assicurare che le vite dei migranti non siano messe in pericolo dalla legge.
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