I valori che veicola la TV generalista sono vecchi, reazionari e sbagliati

Oggi ho acceso la tv generalista all’ora di pranzo. RaiUno, per la precisione. Mi sono sorbito un po’ ipnotizzato alcune pubblicità.

La prima era un’esaltazione dell’ippica come tradizione italiana – giuro – pagata con fondi pubblici di un Ministero per promuovere EQUTv. La seconda era un dialogo a quattro: due coppie eccitatissime perché notano una telecamera di sorveglianza. Una delle due coppie l’ha già installata in casa e va molto meglio, l’altra deve assolutamente farlo. Poi un regolabarba nei minimi dettagli come un vero Pro e poi non ricordo cos’altro perché ho iniziato a pensare, sbagliando.

Ho pensato che pago il canone Rai, che costa attualmente 7,5 euro al mese, anche se di fatto non ne usufruisco. Nonostante questo, se vedessi la tv generalista pubblica sarei sommerso da pubblicità indesiderate che, per giunta, veicolano valori nazionalisti e securitari di dubbio gusto.

Questo “servizio pubblico”, va ricordato, è in mano a scelte politiche che lo indeboliscono e lo fiaccano ormai da decenni – la lottizzazione è più vecchia di questa destra e pure di Berlusconi – e che fanno scelte sempre più conservatrici, se non reazionarie. È pagato con i miei e i tuoi soldi ma anche con quelli di aziende private e gestito dalla politica, che fa scelte anche culturali per imporre visioni egemoniche.

Preoccupati come siamo, qui, a ricordarci quanto non siamo liberi qui, ci dimentichiamo quanto non siamo liberi lì.

Cose che restano

Cose che meritano di non essere perse nel rumore di fondo della rete, che parlano di oggi e che durano per sempre
  • Fumetto
    Fumetto
    tra un' ora
    La crociata dei bambini

    La cosa che resta di oggi è un fumetto pubblicato dalla Revue nell’estate di quest’anno, nel numero 13. Si intitola La crociata dei bambini.

  • Documento
    Documento
    un giorno fa
    Verso un terzo cinema

    La cosa che resta di oggi parla di cinema e di politica ed è un manifesto di 23 pagine, pubblicato nel 1969 sulla rivista Tricontinental

  • Documento
    Documento
    2 giorni fa
    Senza respiro

    Mentre Sarkozy esce di carcere dopo meno di un mese, in Italia migliaia di detenuti soffrono “senza respiro” in carcere sovraffollate e sempre più pericolose

Leggi tutte le cose che restano