Se i sondaggi fossero confermati, e a sei mesi dal voto è un enorme se, ID ed ECR sarebbero rispettivamente la terza e quinta forza del nuovo parlamento, con il Partito popolare europeo (EPP – 168 seggi) sempre al primo posto, seguito dai Socialisti e democratici (S&D – 141 seggi). I risultati dei due gruppi di destra ed estrema destra, entrambi con forti componenti euroscettiche, però, potrebbero essere decisivi per gli equilibri politici dell’eurocamera e, quindi, anche per la nomina della nuova Commissione Ue.
E qui entra in gioco la politica di coesione.
«Le tendenze mostrano che l’euroscetticismo è in aumento nell’Unione europea a causa del disagio e del malcontento dei cittadini. La politica di coesione potrebbe essere l’antidoto a questa tendenza preoccupante, poiché dimostra come l’Unione contribuisca ogni giorno a migliorare le condizioni economiche e sociali dei suoi cittadini» si legge in un testo della Commissione UE.
Quanto l’antidoto sia efficace è tutto da dimostrare (ci arriviamo), ma il punto interessante è il nesso tra euroscetticismo e condizioni di vita in certe zone dell’Ue.
Lo hanno studiato gli accademici Andrés Rodríguez-Pose, Lewis Dijkstra e Hugo Poelman (questi ultimi due lavorano per la Commissione UE).