L’importanza di arrivare ultimi sulle notizie

Arrivare primi non serve a niente. Il giornalismo utile, approfondito e verificato lo fa chi ci arriva per ultimo.

Slow News. Il primo progetto italiano di slow journalism.

«Ultimi sulle notizie? Macheccaz…» Aspetta, aspetta. Hai capito bene. Perché arrivare primi non serve a niente. Il vero giornalismo, quello utile, approfondito, verificato e onesto, ormai non lo fa più chi arriva per primo, trafelato e confuso, sulla notizia, ma chi ci arriva per ultimo.

D’altronde, come ripete da anni ai suoi corsi Alberto, «Oggi bucare una notizia significa pubblicare il falso, senza verificare». E non è l’unico, perché il claim di uno dei più bei progetti di slow journalism al mondo, Delayed Gratification, è proprio questo: “We’re proud to be the last on breaking news”.

Avete mai pensato a quante volte gli articoli che escono nelle primissime ore dopo una news sono gli articoli migliori? La risposta è «Mai». E sapete perché? Perché le dinamiche hanno bisogno tempo sia per accadere che per essere capite, figuriamoci per essere scritte.

I migliori articoli hanno bisogno di tempo per essere prodotti, per almeno due motivi: primo, perché le notizie bisogna verificarle. Secondo: bisogna avere tempo per ragionare sui fatti, per correlarli tra loro e metterli nel giusto contesto e, solo dopo, per provare a iniziare a comprendere la portata e il senso di quello che è successo.

Due cose decisamente utili, sia per risparmiare tempo, sia per produrre informazione di qualità. La prima domanda ci evita di parlare di cose che non esistono, cosa che succede sistematicamente sui giornali italiani, sempre più frequentati da bufale à la Lercio, da notizie finte, inventate o capite male, o ancora da discussioni su dichiarazioni mai dette, articoli mai scritti, e via dicendo.

La seconda ci permette di capire se una cosa è influente o no. Ovvero, se merita che le dedichiamo tempo e lavoro, oppure no. È un punto importante, perché se tutto è news nulla è news. Un paradosso logico che non è affatto una boutade, è tremendamente vero, e ce ne accorgiamo facilmente assistendo all’impazzire delle priorità sulle prime pagine dei giornali. Un esempio? A maggio 2016 la storia del Gorilla c’è, dovunque, il Golpe che da due mesi è in corso in Brasile no, altrettanto dovunque. Ma è un esempio che si potrebbe replicare.

Fai parte di Slow News

Sostenere Slow News è un modo per rendere possibile un altro giornalismo, uno che non vuole partecipare alla gara di velocità per essere i primi ad annunciare qualsiasi cosa o contribuire al flusso di cose che dimentichiamo appena le leggiamo, ma uno che ama arrivare ultimo, per restare.

Continua a seguirci
Slow News ti arriva anche via email, da leggere quando e come vuoi...
Iscriviti gratis e scegli quali newsletter vuoi ricevere!
Altri articoli Media