Il giornalismo in Italia è un privilegio?
Sì, ed è il motivo principale per cui è schierato quasi sempre dal punto di vista di chi ha di più, mentre tutti gli altri — che sono molti di più — restano sistematicamente esclusi.
Se parli di qualcosa e hai una cassa di risonanza importante, fai pubblicità a quel qualcosa.
Se poi quel qualcosa contiene idee potenzialmente polarizzanti, di quelle che si fa presto a trasformare in una di quelle liti che da anni infestano le conversazioni su ogni medium – televisione o social, bar o arena politica –, allora il mix può diventare impegnativo da gestire e da documentare. Nei social a dimensione dialogica, la deriva verso una conversazione negativa più essere rapidissima perché le fazioni si auto-fomentano e si auto-alimentano le une contro le altre, replicando tic verbali, modi di dire, argomentazioni, tecniche e pratiche argomentative.
Sì, ed è il motivo principale per cui è schierato quasi sempre dal punto di vista di chi ha di più, mentre tutti gli altri — che sono molti di più — restano sistematicamente esclusi.
E se le vediamo così, cambia davvero tutto
Mentre i giornali più importanti non si schierano o si schierano dalla parte del potere e dell’ordine costituito, c’è chi fa informazione dal basso, come Milano in Movimento. Li abbiamo intervistati
Ogni giornale è un’operazione politica, anche Slow News. Ma Slow News non viene da nessun partito e non nasconde da che parte si schiera: quella di chi non ha voce